PostrgreSQL, PostGIS | disabilitare/abilitare Trigger

Se ad una tabella sono collegati dei trigger è possibile disabilitarli temporaneamente e riabilitarli in un secondo momento. Prima di tutto è necessario conoscere quali siano i trigger della tabella in oggetto con il comando:

=# \dS nome_tabella

che restituisce la lista dei trigger attivi.

Per disabilitarne uno:

=# ALTER TABLE nome_tabella DISABLE TRIGGER nome_trigger;

rilanciando il comando

=# \dS nome_tabella

vedremo che il trigger disabilitato verrà marcato con non attivo.

Per riabilitarlo:

=# ALTER TABLE nome_tabella ENABLE TRIGGER nome_trigger;

PostGIS | conversione da MULTISURFACE a POLYGON

Per convertire una tabella geometrica da MULTISURFACE a POLYGON è necessario prima creare una nuova tabella selezionando tutti i campi della tabella originaria con il comando:

=# CREATE TABLE nome_tabella_new AS SELECT id, nome_campo1, come_campo2, ….ST_CurveToLine(the_geom) AS the geom FROM nome_tabella_originaria;

nel nostro caso abbiamo ottenuto una tabella di tipo GEOMETRY, per cambiare in POLYGON (oppure MULTIPOLYGON):

=# ALTER TABLE nome_tabella_new ALTER COLUMN the_geom type geometry(MultiPolygon, 3003) using ST_Multi(the_geom);

Postgresql | aggiornare un campo con il solo valore ‘year’ di un altro campo di tipo DATE

Supponiamo di avere una tabella con un campo “data” di tipo DATE (nella forma “aaaa-mm-gg” – esempio: 2018-01-03) e vogliamo popolare un altro campo (per esempio “anno”) di tipo integer con il solo valore dell’anno prendendolo dal campo “data”. Ecco la sintassi SQL:

=# UPDATE nome_tabella SET anno=date_part(‘year’, data);

django | collegarsi al server web di lavoro (python) da client remoto

Quando si sviluppano applicazioni con django si ha a disposizione un server web “temporaneo” che si avvia con il comando:

$ python manage.py runserver

ed e’ raggiungibile all’indirizzo:

http://lcoalshot:8000

Se vogliamo accedervi da remoto bisogna lanciare prima il comando (sulla macchina client):

$ ssh -L 8888:127.0.0.1:8000 nome_utente@indirizzo_ip_server

per esempio:

$ ssh -L 8888:127.0.0.1:8000 sit@192.168.168.1

A questo punto possiamo collegarci mediante il browser puntando a:

http://localhost:8888

PS: E’ necessario avere avviato in precedenza il servizio con:

$ python manage.py runserver

sulla macchina host

Ocitysmap | Creare mappe con Vie indicizzate

Ho provato a replicare in locale l’ottimo servizio offerto da maposmatic.org (un’applicazione per generare porzioni di mappa stampabili come file PDF, PNG, SVG,…. comprendente l’elenco dei nomi delle vie indicizzate in una griglia).

Ho seguito le istruzioni di installazione riportate nel pacchetto ocitysmap alle quali pero’ ho dovuto apportare alcune modifiche (la guida fa riferimento ad una installazione eseguita su ubuntu 14.04, mentre io ho provato su Debian testing ad oggi – ottobre 2016).

Per comodità operativa (potrebbe non essere il metodo migliore) e per dare chiarezza di lettura ai passaggi da eseguire ho strutturato l’ambiente di lavoro in questo modo:

– posizionandosi nella home dell’utente ho creato una directory in cui salvare i sorgenti chiamata “src”

$ mkdir src

– sempre all’interno della home ho creato un’altra directory chiamata “osm_data” al cui interno salveremo i dati scaricati dal server OSM e che saranno importati successivamente nel db PostGIS

$ mkdir osm_data

 

Ed ecco il procedimento globale:

1 Installazione di PostgreSQL e PostGIS

# apt-get install postgresql postgresql-contrib postgresql-9.4-postgis-2.2 (PostgreSQL 9.4.5)

2 Creazione di un nuovo utente di PostgreSQL

diventare root:

$ su

diventare superuser postgres:

# su postgres

Creare il nuovo utente di PostgreSQL:

# createuser -P -S -D -R maposmatic

(chiamiamo “maposmatic” il nuovo utente; inserire la password due volte per conferma)

3 Creazione del database

# createdb -E UTF8 -O maposmatic db_maposmatic

4 Abilitazione di PostGIS sul database

4.a Abilitare il linguaggio plpgsql sul database creato db_maposmatic (utente postgres)

# createlang plpgsql db_maposmatic

4.b Installazione del supporto PostGIS nel database

# psql -f /usr/share/postgresql/9.4/contrib/postgis-2.2/postgis.sql -d db_maposmatic

4.c Opzionalmente inseriamo anche i commenti

# psql -f /usr/share/postgresql/9.4/contrib/postgis-2.2/postgis_comments.sql -d db_maposmatic

4.d Aggiunta della lista dei sistemi di riferimento spaziale

# psql -f /usr/share/postgresql/9.4/contrib/postgis-2.2/spatial_ref_sys.sql -d db_maposmatic

4.e Cambiare il proprietario delle tabelle

# echo “ALTER TABLE geometry_columns OWNER TO maposmatic; ALTER TABLE spatial_ref_sys OWNER TO maposmatic;” | psql -d db_maposmatic

4.f Aggiungere l’estensione hstore

# echo “CREATE EXTENSION hstore;” | psql -d db_maposmatic

5 Installazione di osm2pgsql

osm2pgsql e’ lo strumento che consente di importare i dati OSM direttamente in un database PostGIS. La guida suggerisce di scaricare la versione da SVN in quanto quello pacchettizato Debian/Ubuntu non e’ abbastanza recente. Ho tentato comunque l’installazione via apt-get ed in realta’ tutto e’ andato bene, quindi:

# apt-get install osm2pgsql

6. Download dei dati dal server OSM

Il download dei dati si puo’ effettuare mediante il servizio offerto da geofabrik.de, per esempio cercando la zona di nostro interesse

In alternativa (nel caso volessimo un’area di dimensioni ridotte e/o comunque ben delimitate da una bounding box (bbox)) possiamo utilizzare il servzio offerto da overpass.osm.rambler.ru. In questo caso utilizziamo wget per scaricare una certa area geografica:

$ wget http://overpass.osm.rambler.ru/cgi/xapi_meta?*%5Bbbox=long_inf,lat_inf,long_sup,lat_sup%5D

tradotto con dati reali potrebbe essere:

$ wget http://overpass.osm.rambler.ru/cgi/xapi_meta?*%5Bbbox=11.3640,45.4650,11.4660,45.5780%5D

Si ottiene un file denominato “xapi_meta?*[bbox=11.4740,45.4150,11.5160,45.4650]” che potremo rinominare in “dati_osm.osm” (per esempio mediante il comando “mv”).

7 Importazione dei dati OSM all’interno del database PostGIS

L’importazione avviene mediante il seguente comando:

$ osm2pgsql -s -c -d db_maposmatic -m -U maposmatic -W -H localhost -k dati_osm.osm

A seconda della dimensione del file .osm il processo puo’ durare qualche secondo, minuto o ora (l’importazione di tutto il nord-est d’Italia, circa 750 MB, e’ durata circa 1 ora e mezza) e dipende molto dalle caratteristiche hardware del computer.

8 Installazione di Mapnik

8.a Installare python-mapnik

Via synaptic o apt-get o compilarlo da sorgente mediante “python setup.py install

8.b Installazione dipendenze

# apt-get build-dep python-mapnik

e installare altre librerie necessarie (in particolare e’ opportuno installare le librerie libboost piu’ recenti. Ad momento della stesura del presente articolo su Debian Testing si trovano le libboost-1.61):

# apt-get install libboost1.61-dev libboost-date-time1.61-dev libboost-filesystem1.61-dev libboost-iostreams1.61-dev libboost-program-options1.61-dev libboost-python1.61-dev libboost-regex1.61-dev libboost-serialization1.61-dev libboost-system1.61-dev libboost-thread1.61-dev libharfbuzz-dev

8.c Download Mapnik

Download dell’ultima versione di Mapnik dal repository git (dopo esseresi posizionati nella directory /home/nome_utente/src/):

$ cd src

Lanciare il download:

$ git clone git://github.com/mapnik/mapnik.git

Spostarsi nella directory creata durante il download “mapnik”:

$ cd mapnik

8.d Compilazione ed installazione

Prima di eseguire il config assicurarsi di fare un update dei submodule di mapnik:

$ git submodule update –init

$ git submodule update –init deps/mapbox/variant

Eseguire il config:

$ python scons/scons.py configure INPUT_PLUGINS=all OPTIMIZATION=3 SYSTEM_FONTS=/usr/share/fonts/ PYCAIRO=true XMLPARSER=libxml2

Compilare:

$ python scons/scons.py

Installare (dopo essersi loggati come root):

# python scons/scon.py install

8.e Controllo dell’installazione

Lanciare un interprete python ed invocare “import mapnik”:

$ python

dovremmo ottenere una cosa del tipo:

Python 2.7.12+ (default, Sep  1 2016, 20:27:38)
[GCC 6.2.0 20160927] on linux2
Type “help”, “copyright”, “credits” or “license” for more information.
>>>

quindi importiamo il modulo mapnik appena compilato:

>>> import mapnik
>>>

Se tutto e’ ok dovremmo ottenere il prompt in attesa di comandi; in tal caso significa che mapnik e’ stato compilato  ed installato correttamente.

9. Installazione di Mapnik-OSM

Mapnik-OSM e’ un set di file che indicano a Mapnik come renderizzare le mappe di OpenStreetMap.

9.a Download

Dopo essersi posizionati nella directory /home/nome_utente/src/ scarichiamo il sorgente mediante svn (nel caso svn non fosse presente installarlo via “apt-get install subversion”)

$ svn co http://svn.openstreetmap.org/applications/rendering/mapnik mapnik2-osm

Questo creera’ una nuova directory in /home/nome_utente/src chiamata “mapnik2-osm”

9.b Installazione dei dati statici generali

In aggiunta ai dati OSM sono necessari altri dati statici (world boundaries, ecc…)

$ cd mapnik2-osm

Invochiamo da shell il comando get-coastlines.sh che scarichera’ una serie di SHP delle linee di costa ed altri dati.

$ sh ./get-coastlines.sh

9.c Abilitazione degli unifont

Per un render corretto dei caratteri Coreano, Cinese o Giapponese si deve usare il font unifont. Per abilitarlo (da root):

# apt-get install ttf-unifont

E’ consigliato eseguire anche un reconfigure del locales:

# dpkg-reconfigure locales

9.d Configurazione

La configurazione avviene invocando lo script in python chiamato “generate_xml.py” che si trova in /home/nome_utente/src/mapnik2-osm/; spostarsi quindi nella directory interessata:

$ cd /home/sit/src/mapnik2-osm/

e lanciare il comando

$ python ./generate_xml.py –dbname db_maposmatic –host ‘localhost’ –user maposmatic –port 5432 –password ‘password_utente_maposmatic’

In risposta dovremmo ottenere un messaggio simile a questo:

Include files written successfully! Pass the osm.xml file as an argument if you want to serialize a new version or test reading the XML

10 Installazione di OCitySMap

10.a Recuperare i sorgenti

Posizionarsi sempre nella directory /home/sit/src/

$ git clone git://git.savannah.nongnu.org/maposmatic/ocitysmap.git

10.b Installazione delle dipendenze

# apt-get install python-psycopg2 python-gdal python-gtk2 python-cairo python-shapely

10.c Modifica di alcuni file di configurazione di OCitySMap

Editare il file /home/nome_utente/src/ocitysmap/ocitysmap/maplib/map_canvas.py alle righe 176 e 177. In particolare modificare la riga 176 nel modo seguente:

r.symbols.append(mapnik.PolygonSymbolizer())

e la riga 177 nel modo seguente:

r.symbols.append(mapnik.LineSymbolizer())

altrimenti durante il processo compariranno degli errori sull’impossibilita’ di eseguire alcuni render.

11 File di configurazione di OcitySMap

copiare il file /home/nome_utente/src/ocitysmap/ocitysmap.conf.dist nella home directory dell’utente e rinominarlo in “.ocitysmap.conf”. Da notare il punto davanti al nome del file: indica che il file e’ nascosto. Editarlo poi inserendo i dati corretti del database da utilizzare. Ecco il file .ocitysmap.conf usato in questa guida:

[datasource]
host=localhost
user=maposmatic
password=password
dbname=db_maposmatic
# Optional database port, defaults to 5432
# port=5432

[rendering]
# List of available stylesheets, each needs to be described by an eponymous
# configuration section in this file.
available_stylesheets: stylesheet_osm1, stylesheet_osm2

# The default Mapnik stylesheet.
[stylesheet_osm1]
name: Default
description: The default OSM style
path: /home/sit/src/mapnik2-osm/osm.xml

# Another stylesheet
[stylesheet_osm2]
name: AnotherOne
description: Another OSM Stylesheet
path: /home/sit/src/ocitysmap/stylesheet/maposmatic-printable/osm.xml

12 Lanciare OCitySMap

Spostarsi nella directory /home/nome_utente/src/ocitysmap/ e lanciare il comando per l’esecuzione del render:

$ ./render.py -t “titole della mappa” -f pdf -p nome_file_generato –osmid=-44831

nel caso si conoscesse l’osmid della relazione (in questo caso identifica un confine comunale) che intendiamo usare. Per ricavare l’osmid consultare l’ottimo servizio fornito da nominatim

lanciando il comando ./render.py –help si ottiene un elenco dettagliato dei comandi opzionali del modulo.

Se invece si volesse effettuare il render di una determinata area geografica e’ possibile indicarla con i valori del bbox, per esempio:

$ ./render.py -t “titolo della mappa” -f pdf -p nome_file_generato -b lat_inf,long_inf lat_sup,long_sup

dove lat_inf e long_inf sono rispettivamente la latitudine e la longitudine dell’estremo inferiore sinistro (o ovest) e lat_sup e long_sup sono rispettivamente la latitudine e longitudine dell’estremo superiore destro (o est). Tradotto don dati reali:

$ ./render.py -t “titolo della mappa” -f pdf -p nome_file_generato -b 45.3330,11.3280 45.4400,11.4595

Verranno generati due file: “nome_file_generato.pdf” contenente la mappa ed un file “nome_file_generato.csv” con l’elengo indicizzato della strade e dei luoghi di interesse trovati.

 

Da Postgresql-8.4 e Postgis-1.5 a Posgresql-9.5 e Postgis-2.2

Riporto le operazioni effettuate per migrare alcuni database da Postgresq-8.4 con estensione spaziale Postgis-1.5 a Postgresql-9.5 con Postgis-2.2.

Eseguire un dump dei dati con:

$ PGUSER=postgres pg_dump -Fc nome_db > nome_db.dmp

Questa operazione va fatta per ogni db presente nel cluster; si ottengono i relativi dump in formato compresso (.dmp) da utilizzare poi per l’importazione della nuova architettura.

Stoppare Postgresql-8.4 con (da root):

# /etc/init.d/postgresql stop 8.4

Installare la versione 9.5 di Postgresql e la versione 2.2 di Postgis (e dipendenze collegate) con:

# apt-get install postgresql-9.5 postgis postgis-2.2

A questo punto si potrebbe droppare il cluster della versione 8.4 con “pg_dropcluster –stop 8.4 main“. Nel mio caso ho invece preferito rimuovere Postgresql-8.4 e Postgis 1.5 con “apt-get purge postgresql-8.4*

Creare gli utenti dei db (nel nostro caso abbiamo ricreato gli utenti che avevamo prima di effettuare la migrazione):

$ su

# su postgres

Entrare in un db (es: template1):

# psql template1

e creare gli utenti necessari:

#= CREATE USER nome_utente WITH PASSWORD ‘password_segreta’ CREATEDB CREATEUSER;

(nel nostro caso l’utente creato avra’ la facolta’ di creare database e utenti)

Creare un template apposito per i db spaziali che chiameremo “template_gis”:

#= CREATE DATABASE template_gis template=template0;

Uscire dal database template1 e (sempre come utente postgres) importare le funzioni spaziali nel database appena creato:

# psql -d template_gis -f /usr/share/postgresql/9.5/contrib/postgis2.2/postgis.sql

# psql -d template_gis -f /usr/share/postgresql/9.5/contrib/postgis2.2/spatial_ref_sys.sql

# psql -d template_gis -f /usr/share/postgresql/9.5/contrib/postgis2.2/rtpostgis.sql

In questo modo abbiamo popolato il template_gis con tutti i sistemi di riferimento spaziali e tutte le funzioni dedicate alla manipolazione di dati vettoriali (“postgis.sql”  e raster “rtpostgis.sql”)

Ritornare all’interno del database template1:

# psql template1

e facciamo in mdo che il database template_gis sia un template:

#= UPDATE pg_database SET datistemplate=’t’ WHERE datname=’template_gis’;

Creare i database (uno alla volta)

#= CREATE DATABASE nome_db template=template_gis OWNER nome_utente;

Uscire dal template1 e popolare i nuovi database con l’aiuto dello script “postgis_restore.pl”:

$ /usr/share/postgresql/9.5/contrib/postgis-2.2/postgis_restore.sql nome_db.dmp | psql nome_db

 

Postgis |unione di poligoni adiacenti

A partire da un layer multipolygon contenente edifici di una porzione di territorio (circa 1300 entità) avevo la necessità ci creare un nuovo layer (tabella) contenente i poligoni ottenuti dalla fusione di elementi adiacenti. La situazione di partenza è quella rappresentata in fig. 1.

buildingfig. 1

Utilizzando le funzioni di Postgis ho ottenuto il risultato mediante la seguente istruzione (viene creata una nuova tabella):

# CREATE TABLE nuova_tabella AS SELECT(ST_Dump(ST_Union(ST_Buffer(the_geom, 0.01)))).geom AS the_geom FROM tabella_origine;

Il risultato è quello di fig. 2

building_unionfig. 2

Se volessimo aggregare i poligoni anche in base al valore di un determinato attributo il comando diventa:

# CREATE TABLE nuova_tabella AS SELECT nome_campo, (ST_Dump(ST_Union(ST_Buffer(the_geom, 0.01)))).geom AS the_geom FROM tabella_origine GROUP BY nome_campo;

postgis | ST_Reverse()

Un piccolo e breve post su una funzione di Postgis molto utile per invertire l’ordine di digitalizzazione dei vertici di un oggetto. Nel caso specifico si fa riferimento ad oggetti lineari. La funzione è (brevemente) documentata qui. Ed ecco un esempio pratico per invertire il senso di 3 linee identificate mediante il loro gid:

#= UPDATE nome_tabella_linee SET the_geom = ST_Reverse(the_geom) WHERE gid IN (8,128,46);

I valori dei “gid” indicati sono puramente esemplificativi.